martedì 10 gennaio 2017

Step 23 - Un colore selvaggio

"Alla ricerca di universali capaci di accomunare ogni uomo in un’unica disposizione cognitiva, Lévi-Strauss individua una struttura, profonda e razionale, grazie alla quale tutte le società elaborano i propri miti e credenze, realizzano il radicamento territoriale e l’organizzazione sociale dei propri componenti, e sviluppano strumenti pratici e complesse tassonomie. La loro necessità, prettamente umana, è di trarre un ordine dal fluire indistinto del reale."

Il grigio, un colore tanto in voga oggigiorno, come evidenziato nei post sulla moda, quanto sottovalutato in passato. Se oggi lo si può "materializzare", per lo meno a parere personale, con abiti eleganti e sensuali, nella storia il significato dato ad un abito di colore grigio era ben diverso. C'era una necessità di organizzare la società e i suoi membri, e il colore sembrava un mezzo efficace per farlo.

Nel Medioevo, in particolare nell'ottavo secolo, per volere di Carlo Magno, i contadini indossavano abiti di questa tinta.Nel Rinascimento era, insieme al blu, il colore della servitù. Un abito grigio era modesto e religioso: questo era il colore della povertà. Le serve, a Firenze, nel Quattrocento, erano vincolate ad indossare corsetti di lana senza colori brillanti, e in Inghilterra gli abiti grigi erano per le classi inferiori. In questo periodo il grigio era anche il colore del lutto, mentre il nero assumerà questo ruolo solo in età controriformistica.

Dipinto di Filippo il buono, duca di Borgogna di Rogier van der Weyden,
vestito di nero, da una pagina delle Chroniques de Hainault, 1400-1464.
Sicuramente ci saranno altri aspetti "materiali e selvaggi" del colore in esame, magari meno evidenti e meno semplici da estrapolare dalla cultura popolare. In quanto colore neutro è difficile trovarlo tra i colori di festività o celebrazioni, se non in caso di riti funebri.

Immagine da:
http://www.cultor.org/Colore/MR.html

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